Il corpo umano sa bene che la sopravvivenza dipende dalla capacità di ricavare energia da substrati diversi come glucosio, proteine, acidi grassi e chetoni. E sa ancora meglio che a volte queste sostanze non sono immediatamente disponibili, per cui ha imparato a metterle da parte con grande efficienza.
Il glucosio è accumulato nel fegato e nei muscoli sotto forma di glicogeno, gli acidi grassi sono immagazzinati in forma di trigliceridi nelle cellule adipose, mentre le proteine non sono accumulate, ma vanno semplicemente a costituire tessuti e muscoli.
Se pensiamo alla storia della nostra specie, alle condizioni di scarsità di cibo in cui ci siamo evoluti, appare evidente che la chetosi è una forma di adattamento che permette di ricavare nutrimento per il cervello quando i carboidrati non sono disponibili, utilizzando il grasso accumulato nei rari momenti di abbondanza.
Il corpo umano è in grado di funzionare benissimo anche a zero (sì, zero!) carboidrati al giorno per tutta la vita, mentre a zero proteine e/o a zero grassi sopravvive molto meno tempo.
Viviamo circondati dai carboidrati: pane, pasta, dolci, frutta. Chi segue un regime alimentare tradizionale ne consuma molti, lungo tutto l’arco della giornata, dalla colazione fino alla cena. È possibile farne a meno?
A questa domanda, tante persone risponderebbero di no, perché immaginare di privarsene è davvero molto difficile. Eppure, i benefici che si ottengono quando si rinuncia ai carboidrati sono nettamente maggiori dei sacrifici richiesti.
La necessità di eliminare quasi del tutto gli alimenti che contengono carboidrati fa scattare il panico nella mente di chi si approccia a uno stile di vita low carb. Ed ora cosa mi mangio? In realtà, la risposta è semplice: tutto.
Nel senso che esiste una lunghissima lista di cibo senza o con pochi carboidrati: qualsiasi tipo di carne e di pesce, le verdure, le uova, i formaggi (con moderazione).
I carboidrati sono la causa principale dell’irresistibile senso di fame che colpisce chi li consuma. Anzi, più che fame, bisognerebbe proprio chiamarla voglia di carboidrati.
Mangiarli, infatti, comporta un aumento dell’insulina, che provoca un picco glicemico. Quando questo picco si esaurisce, il corpo inizia a desiderare nuovi carboidrati. Una dieta low carb spezza questo meccanismo, e rende la fame più controllabile e gestibile.
Meno grasso più muscoli
Eliminare i carboidrati non significa semplicemente perdere peso ma perdere grasso.
Inoltre, incide positivamente sulla salute complessiva dell’organismo. Ad esempio, consente di tenere sotto controllo la glicemia (elemento fondamentale per chi soffre di diabete). Allo stesso tempo, nel lungo termine, permette di diminuire il rischio di insorgenza di fenomeni infiammatori, come artrite e dermatite.
Alcuni sintomi di assunzione carboidrati e zuccheri
Ecco allora che possiamo ritrovarci in una condizione in cui:
- siamo poco pazienti ed intolleranti: siamo spesso irritati e ci arrabbiamo per un nonnulla
- il sonno è disturbato, ci svegliamo ripetutamente durante la notte e facciamo fatica a riaddormentarci
- abbiamo dolori articolari diffusi e pensiamo che sia colpa dell’età
- sentiamo sempre una gran fame anche poco dopo aver mangiato
- il nostro intestino è colitico o troppo pigro, dolorante e con fermentazione